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(either do as you can, or can as you do)

“E’ finito il festival dei froci?”

…domandava con nonchalance un tizio con la camicia di pile, tra un sorso e l’altro di Chardonnay. Io, la domenica mattina, non vado quasi mai al bar. E faccio male.

Non c’è niente di meglio per ascoltare le opinioni della gente, cogliere spunti e ricevere stimoli, che il “baruccio” di paese. Di quelli dove si beve ancora vino e caffè con  “laVecchia”  a qualsiasi ora e per aperitivo si intende una ciotola di bagìgie salate messa sul banco.


Tornando al Festival di Sanremo …io, magatri, avrei usato termini diversi (perché sono andato a scuola), ma sento di poter in un certo qual modo condividere il “malessere? ” così brutalmente espresso dal signore con la barba e la camicia a quadri nei confronti del Festival appena terminato.

La sensazione è quella di un forte disagio. Come essere stati invitati con l’inganno a un funerale, spacciandolo per una festa di compleanno.

Il caro Fazio, a mio modesto parere, ha abusato della sua posizione e della buona fede dei telespettatori che pensavano di assistere a un semplice ed effimero varietà di canzonette. Ci ha detto che si proiettava Toto’, invece era Almodovar! 
Sì, sì, avrà pure fatto gli ascolti, ma questo non significa che abbia avuto anche i consensi.

Ricordo di aver fatto un errore simile anche io, da giovane. Il periodo dell’anno era più o meno questo e io frequentavo ancora le superiori.
C’era sorta di festa a scuola e io organizzai uno spettacolino (un monologo di pochi minuti, rivolto alle vittime del cinema Statuto (ci fu un rogo pochi giorni prima – controllate su wikipedia) e invitai tutti quelli della mia classe e delle altre classi. Alla fine, devo dire, l’aula era gremita. Se non altro di curiosi.

Be’, arrivando al sodo, prima di iniziare spiazzai tutti chiedendo loro di recitare insieme a me un Padre Nostro in onore delle vittime dello Statuto. Poi feci il mio pezzo: fu un fiasco! Mai applausi furono più freddi e scanditi. Uscirono tutti velocemente dall’aula, chi in silenzio, chi mugugnando.

Dai mediocri ebbi i complimenti, da altri vennero gli spunti su cui riflettere. Tipo Claudia Guerrucci  “…no, è che quella cosa della preghiera …mi ha messo una tristezza“. O il prof. Caputo “…poi, ci sono anche quelli che non pregano.


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